Trionfo del professor Luigi Di Bella al Tg1
Pubblicato il 16/03/2015
Lo avevano scomunicato dalla comunità scientifica perché prescriveva l’acido retinoico, un derivato della vitamina A. Dopo anni e anni il professor Luigi Di Bella si prende la sua rivincita: un esperto dello IEO di Umberto Veronesi, in un’intervista al Tg1 mandata in onda il 25 febbraio, ha riconosciuto le qualità di questo farmaco nella cura di varie malattie, come ci spiega il giornalista Vincenzo Brancatisano:
“Al Tg1 trionfo del professor Luigi Di Bella. L’esperto di turno (ovviamente del centro oncologico di Veronesi) rivela: “Tra 5 anni avremo un farmaco capace di allungare la vita e di ridurre buona parte delle malattie compresi i tumori, il farmaco è l’acido retinoico“. Ma, figli di brava donna, l’acido retinoico come farmaco esiste da decenni in farmacia e da mezzo secolo Di Bella lo somministrava ai pazienti. L’acido retinoico peraltro è il componente essenziale della cura sperimentata dal ministero nel 1998. È quello che i modenesi irriconoscenti verso il loro scienziato definivano “il beverone di Di Bella”. Ho scritto centinaia di articoli sull’acido retinoico (cfr Google) e sulla mistificazione in atto nella Medicina ho dedicato un libro di 800 pagine. Maledetti. Condannano l’umanità. Nelle foto pubblicate sotto troverete i miei articoli del 1997, epoca in cui il caso Di Bella doveva ancora scoppiare e il sottoscritto era l’unico a scriverne. L’incipit dell’articolo sulle dichiarazioni di Di Bella sull’acido retinoico si rivelano ancora una volta clamorose. Di Bella era stato appena scomunicato dalla Comunità scientifica anche per il fatto che prescriveva l’acido retinoico per tutte le forme tumorali“.
Nel 2013 uno studio realizzato da alcuni ricercatori della Sapienza in collaborazione con il Comprehensive Cancer Center di Cleveland ha rilevato l’acido retinoico può costituire la base di una terapia per la cura di tumori maligni come il cancro della mammella e quello della prostata. Brancatisano scriveva:
“L’acido retinoico, il bistrattato “beverone” del professor Luigi Di Bella, è utile contro il cancro. La molecola, un derivato della vitamina A, potrebbe costituire la base per una innovativa terapia di due tumori maligni: il cancro della mammella e quello della prostata, ma non solo. A compiere la scoperta, pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, sono stati i ricercatori della Sapienza coordinati da Elio Ziparo in collaborazione con il Comprehensive Cancer Center di Cleveland (Ohio).
Proprio a ridosso del decimo anniversario della sua morte, avvenuta il 1 luglio 2003, il fisiologo modenese ideatore di una contestata cura anticancro, basata su acido retinoico, somatostatina e melatonina, s’è preso dunque una rivincita nei confronti dei suoi detrattori, in linea con quanto si lasciò sfuggire poco prima di morire: «Prima o poi – disse – dovranno sbattere il muso contro la mia terapia». Di Bella includeva da decenni l’acido retinoico nella cura di tutti i tipi di tumore, ritenuto da lui “capace di stimolare l’apoptosi, l’autodistruzione delle cellule neoplastiche”.
Con questa affermazione aveva fatto infuriare gli oncologi secondo cui la sostanza è utile nella sola leucemia promielocitica. Sfidando quelle indicazioni, Di Bella faceva invece un uso ampio dell’acido, diluito in una soluzione a base di vitamina E e beta-carotene, e lo prescriveva per tutti i tumori assieme ad altri farmaci, come continuano a fare i medici dibelliani. A chi lo contestava rispondeva: “Se io uso l’acido retinoico perché ritengo sia utile, non lo devo sottoporre a una commissione: me lo ha detto la scienza che è utile, non un partito politico. Ho prescritto e continuerò a prescrivere certi farmaci perché un medico onesto lo deve fare se vuole ottenere buoni risultati. La medicina come scienza supera ogni cosa”. ”
Elio Ziparo, che ha coordinato lo studio, aveva detto in merito: “Gli effetti dell’acido retinoico su alcuni tipi di tumore sono noti da tempo, ma non era ancora chiaro il meccanismo per rendere tutte le cellule neoplastiche sensibili alla sostanza“
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