Melatonina contro parkinson e alzheimer
Pubblicato il 09/03/2015
Cosa fa la melatonina sulla cellula sana? Le impedisce di morire. Se si vuole fare una terapia veramente causale, fisiologica e ragionata del parkinson e dell’alzheimer negli anziani l’elemento cardine è la melatonina, che impedisce la morte delle cellule del cervello.
La melatonina è un elemento cardine della vita: l’esposizione a linee ad alta tensione e campi elettromagnetici perché è pericolosa? Abbassa la melatonina nel sangue e tutte le volte che un individuo ha un abbassamento della melatonina è a rischio, o di tumore o di alterazioni dello stato cognitivo, del suo rendimento psicofisico, degli stati di ansia, di irrequietezza, di irritabilità, di difficoltà di concentrazione, coincidono con l’abbassamento della melatonina. Ma quella che funziona non è quella che trovate in giro: deve avere un legame di idrogeno con l’adenosina, quella formulata da mio padre, perché? Perché nel sangue circola così, nel sangue c’è melatonina, legame di idrogeno con adenosina. Perché impedisce la morte delle cellule celebrali? Perché tre molecole di queste, ognuna delle quali è a un livello spaziale, messe una sopra l’altra, essendo adenosin-monofosfato, tre insieme formano adenosin-trifosfato. Questa è la base energetica della vita, se manca quella le cellule del cervello se ne vanno, la morte cerebrale è soprattutto la carenza di ATP, per cui se io gliele veicolo dentro, perché la melatonina è un pass-partout e passa dappertutto con o senza recettori. Porta l’ATP dentro la cellula cerebrale, ne impedisce la morte, o perlomeno la rallenta e io quel patrimonio iniziale che ho di cellule cerebrali lo conservo il più a lungo possibile.
Se io faccio una prevenzione con i retinoidi, la cui emivita è enormemente esaltata dalla presenza di vitamina E nella soluzione di mio padre, che ne impedisce l’ossidazione, per cui ne esalta enormemente la funzionalità e l’efficienza. Nello stesso momento in cui con il betacarotene mi va a stabilizzare il potenziale della membrana cellulare. Non solo, ma altissime dosi di vitamina E, come nella terapia, portano a zero i radicali liberi e portano a zero i processi ossidativi; e in questo c’è una perfetta sinergia e interazione con la melatonina.
Per cui l’uso prolungato nella prevenzione dei tumori e delle malattie degenerative, della soluzione dei retinoidi, i tre retinoidi cardine, base, più altissime concentrazioni di vitamine E, più melatonina biologica realizzano la stabilizzazione della membrana cellulare, l’abbattimento dei radicali liberi, delle reazioni ossidative, l’esaltazione massima dell’immunità, la stabilizzazione del DNA e il decremento massimo che possiamo ottenere di rischio della mutazione, perché sono antimutagene.
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