Sanità, presentato ddl all'Ars per rilanciare la "cura Di Bella"
Pubblicato il 19/09/2013
Un disegno di legge in favore della libertà di cura delle patologie oncologiche, fuori dallo schema tradizionale, a cui chiede di essere affiancato, fornendo la possibilità di scegliere, lontano da interessi lobbistici consolidati, difficili da scalfire. A presentarlo i deputati del Gruppo lista Musumeci (primo firmatario Gino Ioppolo), secondo cui è necessario assicurare il sostegno economico ai pazienti oncologici trattati con il “metodo Di Bella” residenti in Sicilia, che versino in condizioni di disagio economico.
Il diritto alla tutela della propria salute – si legge nel disegno di legge, condiviso da numerosi deputati di diversi gruppi parlamentari e deputati tra cui Stefano Zito, Greco, Vanessa Ferreri, – si esplica anche nel diritto di scegliere soluzioni terapeutiche che consentano, quantomeno, di mantenere un livello di vita decoroso e meno devastato dagli effetti secondari delle terapie.
Occorre, quindi, un giusto intervento normativo per assicurare questo sostegno economico ai pazienti indigenti che versano in condizioni economiche disagiate, un aiuto che possa permettere loro di affrontare in modo dignitoso il periodo della terapia. Nel testo, si legge anche come sia necessario garantire la libertà di cura ai pazienti anche in caso di ricovero ospedaliero, consentendo loro di proseguire il trattamento pure in quella sede, secondo protocolli formulati d’intesa con il medico di fiducia dell’assistito.
A questo scopo, nel disegno di legge, si chiede di prevedere nell’esercizio finanziario di quest’anno una somma di 5 milioni di euro da destinare proprio ai pazienti indigenti. Il presidente della commissione Sanità, Di Giacomo, ha già provveduto a trasmettere a piazza Ottavio Ziino, sede dell’assessorato, le schede tecniche per la richiesta di copertura finanziaria, e la normazione di dettaglio.
Soddisfatto dell’iter finora avviato Gino Ioppolo: “Si tratta di creare il più ampio consenso intorno al disegno di legge, emendabile e migliorabile, ove altri volessero. Per noi non esiste un problema di diritto di primogenitura. Si vuole affermare il principio di poter scegliere”.
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