Terapie antitumorali: dieci anni fa moriva Luigi Di Bella
Pubblicato il 01/07/2013
La cura messa a punto dal medico modenese continua a suscitare dibattiti nella comunità scientifica.
E il figlio Giuseppe spiega perché non si è mai arreso di Maurizio Tortorella Sono trascorsi esattamente dieci anni dalla morte di Luigi Di Bella, il fisiologo modenese autore della controversa terapia anticancro che negli anni Novanta accese grandi speranze e critiche feroci, fino a essere stroncata da una sperimentazione clinica ottenuta a furor di popolo nel 1998-99 da un riluttante governo Prodi. Di Bella morì il 1° luglio 2003, a quasi 91 anni, amareggiato e convinto che la sperimentazione sulla sua cura, la Mdb, fosse stata condotta in maniera del tutto inadeguata dal ministero della Sanità, allora retto da Rosy Bindi, adoperando componenti diversi da quelli concordati se non addirittura scaduti. Anche suo figlio Giuseppe, come lui medico, insiste nella battaglia e critica quello che ritiene essere stato quasi un sabotaggio. La sperimentazione di 15 anni fa, a sentire lui, fu minata alle basi. Dice Di Bella: "Lo stesso professor Umberto Veronesi, nel suo Decalogo del medico, cita una serie di 'cure scientificamente valide' e afferma: 'Di Bella era un bravo medico in buona fede, ma applicava cure prive di sperimentazione'. Su questo concordiamo perfettamente: la sperimentazione del 1998 è stata invalidata da anomalie documentate da verbali dei Nas e da verbali di commissioni oncologiche". La "multiterapia", basata su un cocktail di somatostatina, melatonina e vitamine, continua intanto a suscitare attenzione internazionale e ad accendere polemiche. "Di recente" dice Giuseppe Di Bella a Panorama.it "parlamentari siciliani di destra e di sinistra hanno presentato una mozione e un progetto di legge per l’erogazione del Mdb nella regione, mentre in tutta Italia continuano le sentenze che condannano le asl a erogare il Mdb". Anche a livello scientifico la terapia continua a suscitare interesse. Una delle ultime scosse è venuta dall’International journal of molecular science, che in gennaio ha pubblicato uno studio sulle proprietà antitumorali della melatonina recuperando l’antica idea dibelliana. La melatonina, sostanza prodotta dalla ghiandola pineale (ma anche dalle piastrine, dalla retina e dalla mucosa gastroenterica) è secondo Di Bella un vero e proprio concentrato anti-cancro. Agirebbe sul sistema immunitario grazie a effetti antiossidanti, su quello cardiocircolatorio proteggendo i vasi sanguigni (è anche antiaggreggante) e sul sangue. Regola infatti la produzione di piastrine e la formula leucocitaria. Non solo. Favorisce la morte cellulare (apoptosi) e arresta la proliferazione incontrollata delle cellule maligne riducendo i fattori di crescita. Luigi Di Bella sosteneva che la melatonina da sola non guarisce alcun tumore, ma senza di essa "è difficile se non impossibile arrivare alla guarigione". Nel 1996 la Commissione unica del farmaco (oggi si chiama Aifa) bloccò la circolazione di melatonina. Il governo di allora, accogliendo la richiesta dei farmacologi, con il decreto 161 del 25 marzo stabilì addirittura condanne per i medici che l’avessero prescritta. Il prodotto però è sempre stato da banco, venduto sugli scaffali dei supermercati, e conosciuto perché permetterebbe di alleviare i disturbi da jet-lag. La Corte costituzionale, accogliendo il ricorso di alcuni pazienti, dichiarò poi incostituzionale il decreto.