È stato pubblicato in dicembre, su Neuroendocrinology Letters, uno studio osservazionale su 55 casi di linfomi trattati con Metodo Di Bella.  Firmato da Giuseppe Di Bella e Fabrizio Mascia della Fondazione Di Bella e Biagio Colori dell’istituto di ricerca scientifica Rizzoli di Bologna. Eccolo. Si descrivono la terapia, la tossicità e la remissione (assenza di recidive) a cinque anni.

I pazienti in cura hanno da 19 ai 95 anni:  12 sono affetti da linfomi di Hodgkin, 43 da non Hodgkin. Descritti i sottotipi della malattia e le stadiazioni:  stadio I (13 casi), stadio II (15 casi), stadio III (10 casi), stadio IV (17 casi).

I pazienti stati suddivisi in due gruppi: il primo (19 casi) si è curato con Metodo Di Bella in prima linea, il secondo (36 casi) è approdato alla terapia biologica dopo interventi, chemio o radioterapia. In sintesi: dopo 60 mesi, la sopravvivenza di entrambi i gruppi è pari all’80%.

Commenta Giuseppe Di Bella: “Questa percentuale di sopravvivenza è decisamente superiore a quella che appare nei  registri tumori, italiani e americani, riferita alle terapie tradizionali: abbiamo in remissione stabile pazienti chemioresistenti, sui quali la chemioterapia non aveva più alcun effetto. Lo studio ha messo in risalto la quasi assenza di effetti collaterali, i pazienti hanno fatto la cura a casa propria, senza perdere giorni di lavoro. Ricordiamo peraltro che i decessi per la tossicità dei trattamenti standard dei linfomi vanno dall’11 al 17 per cento”.

Vi ho raccontato le storie di Barbara e di Marco, due linfomi diversi, entrambi approdati a metodo Di Bella dopo aver tentato (quasi) tutte le terapie tradizionali. Entrambi avevano avuto recidive dopo la chemioterapia, entrambi hanno rifiutato il trapianto di midollo, entrambi sono in remissione costante da quando hanno iniziato metodo Di Bella.

Ricordiamo anche che fra le conquiste della Medicina c’è il fatto di essere riusciti a sconfiggere all’80% un raro tipo di leucemia, la acuta promielocitica, con l’acido retinoico (molecola della terapia Di Bella) e il triossido di arsenico (meno tossico della chemioterapia), senza usare più la chemioterapia. E questa è sbandierata come una conquista recente (!).

 Ricordiamo che ci continuano a ripetere che la sperimentazione del 1998 stabilì che il  metodo Di Bella non cura il cancro:  lo testarono sui malati (anche di linfoma) dal quarto stadio in su…  per tre mesi (!).

 E noi oggi ci ricordiamo la storia di Pinocchio.

 Ps. Vi segnalo l’esistenza di  un forum, a piccoli passi, che riunisce centinaia di persone che hanno o hanno avuto malattie del sangue. Eccolo.

Di Gioia Locati


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