MDB: la legge non è uguale per tutti
Pubblicato il 24/09/2012
Ripercorriamo la sua storia: nel 2003, le diagnosticarono il tumore.
Le propongono come di prassi il classico percorso chemioterapico, assicurandole una percentuale di guarigione del 95%.
Chiede ai medici della struttura ospedaliera alla quale si rivolge se esistesse ancora il Metodo Di Bella, ma le assicurano che è scomparso dopo la morte del Professore.
Rassegnata, si sottopone quindi ai cicli di chemioterapia previsti.
Ma la sua serenità dura poco: dopo soli quattro mesi ecco ripresentarsi gli stessi sintomi che le avevano permesso di diagnosticare il Linfoma.
Con un’operazione molto dolorosa e che le lascia come ricordo una vistosa cicatrice, le fanno la biopsia del linfonodo sospetto e le confermano i dubbi.
L’incubo ricomincia: il Linfoma è tornato.
Questa volta però le cure che le prospettano sono molto più pesanti: vari cicli di chemio, il cosiddetto protocollo BEAM, un mixer molto potente ma efficace, il preludio per passare in seguito al trapianto di cellule staminali.
Il medico le assicura che il rischio di un fallimento è pari a quello che ha un essere umano andando in bicicletta, forse ignorando che le statistiche danno un morto al giorno per incidenti su due ruote.
Lei purtroppo -aggiunge il dottore- rientra in quella “esigua” percentuale del 35% di recidive, affermazione palesemente in contrasto con quel 95% affermato dal medico pochi mesi prima.
Bisogna anche considerare che la pratica del trapianto rimane un percorso estremo molto rischioso,e in alcuni casi addirittura fatale.
Di fronte alle nuove prospettive, Barbara scoraggiata rifiuta tra le lacrime di proseguire.
A questo punto la madre, preoccupata per la situazione della figlia, le rivela finalmente che il Metodo di Bella esiste ancora e il figlio continua ad applicarlo.
Così in lei rinasce la speranza: incontra il Dott. Giuseppe di Bella il quale le spiega la cura, senza nasconderle però una grande difficoltà: i costi esorbitanti, soprattutto all’inizio quando bisogna inserire la Lar, componente aggiuntivo consigliabile nei primi mesi per aumentare l’efficacia della terapia, dovendo anche considerare le cure pregresse subite dalla paziente.
Grazie alla generosità di una nutrita cerchia di amici ed enormi sacrifici, Barbara riesce a raggiungere la cifra necessaria per intraprendere il MDB.
In tre mesi il Linfoma scompare!
Passati sei mesi, dimostrando di avere già risultati positivi sul tumore, decide con gli avvocati Lorenzo Tomassini e Luca Labanti di fare causa per ottenere il rimborso delle spese sostenute.
Nel 2006 con un sentenza di merito, in mancanza di reddito, le rimborsano la cifra usata per curarsi.
Ma ad agosto di quest’anno la scioccante sorpresa: dopo ben 7 anni una nuova sentenza le richiede la cifra che le è servita per guarire.
I tre giudici dichiarano in merito al Metodo Di Bella che “una sperimentazione ministeriale stabilì che era inefficace”.
La motivazione sarebbe che il Linfoma di Hodgkin non fu nella sperimentazione del ’98.
Queste le testuali parole “All’autorità giudiziaria non compete di accertare, mediante l’ammissione di una consulenza tecnica di uffici, l’efficacia terapeutica del trattamento del prof. Di Bella, in relazione alla patologia tumorale in coerenza con il principio dell’ordinamento secondo cui la legge ha attribuito ad appositi organi tecnici il potere di effettuare la sperimentazione…“
Conclusione: Barbara dovrà risarcire dei 41.178 € serviti per guarirla, più le spese processuali.
Questa è la nostra In-giustizia!
Ci chiediamo: se Barbara fosse guarita con i metodi tradizionali, chemio, radio e trapianto di midollo quali sarebbero state le spese esorbitanti che lo Stato(con le nostre tasse) avrebbe dovuto sostenere?
Inoltre è in remissione dal linfoma da ben 7 anni, dimostrando che la cura ha funzionato in modo più che evidente.
Proviamo a fare un calcolo approssimativo delle spese che avremmo dovuto sostenere noi cittadini con le terapie ospedaliere proposte:
Un ciclo di chemioterapia: 50.000 €
Un ciclo di radioterapia: 26.000 €
Un trapianto autologo di midollo: 26.000 € (quello allogenico è molto più costoso)
Totale: 102.000 €
Da aggiungere naturalmente le varie spese per ricovero (500 € al giorno) e spese di personale qualificato.
Senza considerare che come in questo caso molte volte le pratiche devono essere ripetute per le recidive per cui i costi raddoppierebbero.
Queste cure vengono rimborsate dallo Stato, quelle del MDB, nettamente inferiori, no.
Con il MDB, Barbara è guarita, ha speso metà della cifra e ha condotto una vita normale, senza ricoveri e senza perdere un solo giorno di lavoro, nulla di neanche lontanamente paragonabile alle terapie che le avevano proposto.
Ma allora la legge è veramente uguale per tutti?
O forse questo verdetto è l’ennesimo segnale da parte dello Stato per scoraggiare chiunque voglia curarsi col Metodo di Bella?
Guarite pure, purché non lo facciate col Metodo Di Bella!
Io la chiamerei dittatura terapeutica, parte di un sistema al quale ognuno di noi dovrebbe ribellarsi, in nome di Barbara, ma anche per difendere i nostri diritti alla libertà di scelta nelle cure.
Questa donna coraggiosa ha già dichiarato che farà ricorso alla Corte Europea e non si arrenderà certamente di fronte all’ennesima sopraffazione, considerando che anche nel suo caso le cure avevano palesemente fallito.
Barbara è inoltre una donna molto conosciuta per la sua generosità nell’aiutare con la propria esperienza chiunque voglia fare la stessa difficile scelta, e penso che oggi meriti di essere appoggiata da tutti coloro che pretendono il diritto alla salute.
Per chi, con una firma, volesse appoggiare la lotta alla libertà di cura col MDB, richiedendo al Servizio Sanitario Nazionale (SNN) l’erogazione gratuita della Somatostatina (la sostanza più cara compresa nella cura) attualmente a totale carico dei malati, mettiamo a disposizione questo il link
Di Girasoleblu
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